UN APPROCCIO SEMPLIFICATO PER L’IDENTIFICAZIONE SPERIMENTALE DEI MODI ROTAZIONALI DELLE STRUTTURE INTELAIATE

Evidenze dei passati forti terremoti mostrano che elevati danni strutturali sugli edifici sono spesso causati da significativi effetti torsionali. Questi effetti sono stati ampiamente studiati negli ultimi anni e per gli edifici nuovi molti delle normative antisismiche più recenti prevedono apposite procedure progettuali. L’approccio tipico per la valutazione sperimentale degli effetti torsionali prevede l’installazione di un sistema accelerometrico multicanale, sia per il monitoraggio su edifici in continuo, anche in occasione di sequenze sismiche reali, sia per indagare il comportamento degli edifici in presenza di vibrazioni forzate. Tale approccio è senz’altro molto efficace su singoli edifici ed in grado di restituire ottimi risultati pur se a prezzo di significativi investimenti in termini di risorse e tempo; per tale regione non sembra essere la soluzione migliore da utilizzare in studi su larga scala con scopi differenti quali, ad esempio, per la proposizione e/o validazione di previsioni normative o per valutazioni speditive finalizzate allo studio e mitigazione del rischio sismico. Al proposito, nel presente articolo sono presentati i risultati sperimentali ottenuti con un approccio semplificato, basato su vibrazioni ambientali, ampiamente e facilmente utilizzabile per la caratterizzazione dinamica di strutture. Al fine di testare l’approccio proposto sono state eseguite differenti prove sperimentali, con differenti configurazioni di strumenti. Ovviamente l’utilizzo di due soli strumenti installati in copertura dell’edificio rendono possibile identificare le frequenze fondamentali dello stesso e i modi torsionali. L’installazione di uno strumento per ciascun piano rende invece possibile individuare anche le forme modali. Per validare la procedura proposta, è stato effettuato un confronto tra i risultati forniti dalla stessa (utilizzando velocimetri), e quelli ottenuti da un’altra ben più ampia campagna sperimentale (utilizzando accelerometri) condotta su di uno stesso telaio campione, in acciaio, presso l’Università di Basilicata.

 

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Rocco Ditommaso, Marco Vona, Angelo Masi, Marco Mucciarelli, Felice Carlo Ponzo